Jean-Léon Gérôme
Vesoul, 11 maggio 1824 - Parigi, 28 gennaio 1904Un uomo abbastanza simpatico: vecchio imbrattatele senza boria, adorava la baldoria degli studi. Nello stesso tempo era il perfetto tipo del pittore parigino che s'incontrava alle prove generali, alle corse di Longchamp e al circolo «L'Epatant». II suo spirito era famoso. Di ritorno da una visita a un amico, diceva sospirando: «Ci siamo scambiati Ie idee, e io mi sono ritrovato idiota».
Di tutti i pittori del suo tempo era quello che aveva viaggiato di piu. Si calcola che fosse stato sei volte in Oriente; aveva risalito il Nilo a bordo di una feluca, e soggiornato in Russia, dove lo zar aveva fatto manovrare i suoi reggimenti per permettergli di tracciare degli schizzi... Da ciascuno dei suoi soggiorni riportava tele e altrettante litografie a colon: Memnon et Sesostris, Mort de Cesar, Musique d'un regiment russe... notevoli per la precisione dei costumi. I maniaci della lente non potevano certo prenderlo in castagna!
Fornitore ufficiale dello zar, della regina Vittoria e dei musei francesi, sposato con una figlia di Goupil, Gerome conduceva una vita grandiosa nel suo palazzo di boulevard de Clichy.
Successore di Couture nel favore degli allievi dell'Ecole, inculcava in maniera perentoria la disciplina fiacca dell'accademismo. A Raffaelli, a Odilon Redon, che pas-sarono nel suo studio, impose senza distinzioni la sua tecnica basata sul disegno dell'antico e 1'idealizzazione delle forme. Simili principi, difesi con veemenza, gettavano un'ombra sulla bonarieta del suo carattere: fanatico dell'ideale accademico, piu ancora di Cabanel o Couture, diventava intransigente e vendicativo quando si sentiva minacciato dagli impressionisti. Convinto della necessita di sbarrar loro la strada, fece di tutto per impedire che fossero ammessi al Salon. Bazille, dopo l'insuccesso di Manet e di Sisley al Salon del 1869, scriveva: «Tutto il male e stato fatto dal signer Gerome, il quale ci ha trattati come una banda di pazzi, e ha dichiarato che si credeva in dovere di fare tutto il possibile per vietare ai nostri pittori di presentare Ie loro opere».
II suo astio non si placo mai. Nel 1900, molto tempo dopo Ie battaglie dell'impressionismo, cerco d'impedire al presidente Loubet, che visitava 1'Esposizione Univer-sale, di entrare nella sala dov'erano in mostra i quadri degli impressionisti: «Si fermi, si fermi, signer presidente!» gli disse. «Qui c'e il disonore della Francia!» Leon Daudet riferisce che fino alia morte, nel 1904 - ottant'anni - insistette sui luoghi comuni degli anni Sessanta, confondendo nella sua riprovazione Manet e Whistler, Carriere e Rodin.